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Accessibilità digitale: una responsabilità (non solo un obbligo)

27/04/2025
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L’accessibilità digitale non è solo un obbligo normativo, ma un’opportunità concreta per migliorare l’esperienza utente e ampliare il pubblico. In questo articolo spieghiamo cosa significa rendere un sito o un’app accessibile, quali sono le normative di riferimento, chi deve adeguarsi e come affrontare il percorso in modo professionale, concreto e sostenibile.

Cos’è l’accessibilità e perché è importante

L’accessibilità digitale è la capacità di un sito web o di un’app di essere utilizzata da tutte le persone, indipendentemente dalle loro abilità o disabilità.

Parliamo di utenti con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive, ma anche di chi si trova in condizioni temporanee di svantaggio: uno schermo rotto, una connessione lenta, una situazione di emergenza.

Non si tratta solo di inclusione, ma anche di qualità dell’esperienza digitale. Un’interfaccia accessibile è più chiara, più usabile, più universale. È un investimento in reputazione, fiducia, copertura di pubblico.

Ed è sempre più un requisito normativo.


Le normative di riferimento

Nel contesto italiano ed europeo, i riferimenti principali sono:

  • Legge Stanca (Legge 4/2004): primo impianto normativo sull’accessibilità, aggiornato nel tempo.

  • Direttiva (UE) 2016/2102, recepita in Italia con il D.lgs. 106/2018: impone standard minimi di accessibilità per siti e app della Pubblica Amministrazione, enti pubblici economici, e alcuni soggetti privati.

  • Standard tecnici WCAG 2.1 (Web Content Accessibility Guidelines), livello minimo AA: sono le linee guida internazionali di riferimento.

A partire dal 2025, si affiancherà anche il European Accessibility Act, che estende gli obblighi a molti operatori privati, soprattutto nei settori bancari, e-commerce, trasporti, media e tecnologia.



Quando entra in vigore?

L’obbligo di rendere accessibili siti e app è già in vigore da anni per:

  • Pubbliche amministrazioni
  • Scuole, università, ASL, enti locali
  • Aziende partecipate o controllate da enti pubblici
  • Alcuni soggetti privati con specifici requisiti di fatturato e missione sociale, ovvero quelle organizzazioni non pubbliche che, pur non essendo parte della PA, sono equiparate ad enti pubblici in base alla loro funzione sociale o alla composizione societaria.

Dal 28 giugno 2025, con il Recepimento dell’European Accessibility Act, l’obbligo è stato esteso anche a operatori economici privati.



Chi deve adeguarsi

Con l’European Accessibility Act in vigore dal 28 giugno 2025, l’obbligo di accessibilità si estende a molti operatori privati, oltre che ai soggetti pubblici già coinvolti da anni.

OBBLIGATI ALL’ADEGUAMENTO (PER LEGGE):

Tutti gli operatori economici privati che:

  • Offrono prodotti o servizi digitali al pubblico nei settori individuati dalla normativa (tra cui: e-commerce, servizi bancari, trasporti, telecomunicazioni, editoria digitale, dispositivi e software interattivi)
  • Non sono microimprese (vedi sotto)


ESENTATI (MA SOLO FORMALMENTE):

Le microimprese, cioè quelle che:

  • Hanno meno di 10 dipendenti
  • E generano un fatturato annuo o un bilancio ≤ 2 milioni di euro

Importante: anche se escluse dall’obbligo, le microimprese possono comunque scegliere di adeguarsi volontariamente — ad esempio per partecipare a bandi pubblici, migliorare la reputazione aziendale o garantire l’accesso a un pubblico più ampio.



Quale livello di accessibilità è richiesto?

Il livello minimo richiesto dalla normativa è:

  • WCAG 2.1 livello AA: lo standard internazionale riconosciuto per rendere contenuti digitali fruibili anche da persone con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive.

Inoltre:

  • I soggetti obbligati devono pubblicare annualmente una Dichiarazione di Accessibilità, che attesti il livello di conformità e i miglioramenti previsti.
  • Anche chi non è obbligato può adottare le linee guida WCAG come riferimento per migliorare UX, SEO e responsabilità sociale.

Sempre più aziende — anche nel B2B — scelgono di superare il livello minimo richiesto e abbracciare un approccio più ampio, come parte della propria strategia ESG o per offrire una Digital Experience inclusiva e universale.



Come adeguarsi: i percorsi possibili

L’accessibilità non è un semplice plugin da installare, ma un processo che coinvolge progettazione, sviluppo, contenuti e governance.

Ecco i percorsi principali:

  1. Accessibilità by design
    Realizzare siti e app già progettati secondo i principi WCAG 2.1.
    È l’approccio più efficace: si costruisce l’accessibilità nel DNA del progetto, senza compromessi.
    Exetera sta lavorando con AccessiWay per il rilascio di nuovi progetti completamente conformi by design.


  2. Audit e adeguamento
    Per i siti già esistenti, è possibile effettuare un’analisi tecnica, individuare le criticità e pianificare un intervento correttivo.
    L’audit può essere manuale, automatico o ibrido (ed è quello che consigliamo).
    Supportiamo attivamente i nostri clienti in questo percorso, con strumenti professionali e consulenze in partnership con AccessiWay e altri operatori specializzati.


  3. Dichiarazione di accessibilità
    Per i soggetti obbligati, è necessario compilare e pubblicare la dichiarazione di accessibilità annuale, da inserire nel sito e trasmettere all’AgID.
    Non è un semplice adempimento formale: è un documento pubblico, verificabile, che attesta il livello di conformità raggiunto.


  4.  Soluzioni rapide: i widget di accessibilità
    Esistono anche strumenti integrabili rapidamente (come widget e overlay) che migliorano l’accessibilità percepita: contrasto, ingrandimento, lettura vocale. Pur non sostituendo una progettazione accessibile, questi strumenti rappresentano una risposta immediata per migliorare l’usabilità — soprattutto nei progetti legacy o nelle fasi iniziali del percorso.


Il nostro ruolo: partner nel percorso, non sostituti dei tecnici o dei legali

In Exetera non siamo certificatori né consulenti legali, ma partner tecnologici ufficiali di AccessiWay e Gold Partner Iubenda, due delle realtà italiane più autorevoli nel campo dell’accessibilità e della compliance digitale.

Il nostro ruolo è accompagnare i clienti:

  • nella progettazione di siti accessibili fin dalla fase di design
  • nella valutazione e adeguamento di progetti esistenti
  • nell’integrazione di strumenti e processi conformi alle normative
  • nel dialogo tra team marketing, IT e legali, con un approccio consulenziale, concreto, rispettoso dei ruoli


In conclusione

L’accessibilità non è solo un obbligo, è una visione: rendere il digitale più aperto, più umano, più efficace per tutti.

Che si tratti di ottemperare alla legge, migliorare l’esperienza utente o rispondere a una crescente sensibilità sociale, è il momento giusto per iniziare — o per fare meglio.

Noi siamo pronti a camminare con te in questo percorso.