Accessibilità digitale: una responsabilità (non solo un obbligo)
L’accessibilità digitale non è solo un obbligo normativo, ma un’opportunità concreta per migliorare l’esperienza utente e ampliare il pubblico. In questo articolo spieghiamo cosa significa rendere un sito o un’app accessibile, quali sono le normative di riferimento, chi deve adeguarsi e come affrontare il percorso in modo professionale, concreto e sostenibile.
Cos’è l’accessibilità e perché è importante
L’accessibilità digitale è la capacità di un sito web o di un’app di essere utilizzata da tutte le persone, indipendentemente dalle loro abilità o disabilità.
Parliamo di utenti con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive, ma anche di chi si trova in condizioni temporanee di svantaggio: uno schermo rotto, una connessione lenta, una situazione di emergenza.
Non si tratta solo di inclusione, ma anche di qualità dell’esperienza digitale. Un’interfaccia accessibile è più chiara, più usabile, più universale. È un investimento in reputazione, fiducia, copertura di pubblico.
Ed è sempre più un requisito normativo.
Le normative di riferimento
Nel contesto italiano ed europeo, i riferimenti principali sono:
Legge Stanca (Legge 4/2004): primo impianto normativo sull’accessibilità, aggiornato nel tempo.
Direttiva (UE) 2016/2102, recepita in Italia con il D.lgs. 106/2018: impone standard minimi di accessibilità per siti e app della Pubblica Amministrazione, enti pubblici economici, e alcuni soggetti privati.
Standard tecnici WCAG 2.1 (Web Content Accessibility Guidelines), livello minimo AA: sono le linee guida internazionali di riferimento.
A partire dal 2025, si affiancherà anche il European Accessibility Act, che estende gli obblighi a molti operatori privati, soprattutto nei settori bancari, e-commerce, trasporti, media e tecnologia.
Quando entra in vigore?
L’obbligo di rendere accessibili siti e app è già in vigore da anni per:
- Pubbliche amministrazioni
- Scuole, università, ASL, enti locali
- Aziende partecipate o controllate da enti pubblici
- Alcuni soggetti privati con specifici requisiti di fatturato e missione sociale, ovvero quelle organizzazioni non pubbliche che, pur non essendo parte della PA, sono equiparate ad enti pubblici in base alla loro funzione sociale o alla composizione societaria.
Dal 28 giugno 2025, con il Recepimento dell’European Accessibility Act, l’obbligo è stato esteso anche a operatori economici privati.
Chi deve adeguarsi
Con l’European Accessibility Act in vigore dal 28 giugno 2025, l’obbligo di accessibilità si estende a molti operatori privati, oltre che ai soggetti pubblici già coinvolti da anni.
OBBLIGATI ALL’ADEGUAMENTO (PER LEGGE):
Tutti gli operatori economici privati che:
- Offrono prodotti o servizi digitali al pubblico nei settori individuati dalla normativa (tra cui: e-commerce, servizi bancari, trasporti, telecomunicazioni, editoria digitale, dispositivi e software interattivi)
- Non sono microimprese (vedi sotto)
ESENTATI (MA SOLO FORMALMENTE):
Le microimprese, cioè quelle che:
- Hanno meno di 10 dipendenti
- E generano un fatturato annuo o un bilancio ≤ 2 milioni di euro
Importante: anche se escluse dall’obbligo, le microimprese possono comunque scegliere di adeguarsi volontariamente — ad esempio per partecipare a bandi pubblici, migliorare la reputazione aziendale o garantire l’accesso a un pubblico più ampio.
Quale livello di accessibilità è richiesto?
Il livello minimo richiesto dalla normativa è:
WCAG 2.1 livello AA: lo standard internazionale riconosciuto per rendere contenuti digitali fruibili anche da persone con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive.
Inoltre:
- I soggetti obbligati devono pubblicare annualmente una Dichiarazione di Accessibilità, che attesti il livello di conformità e i miglioramenti previsti.
- Anche chi non è obbligato può adottare le linee guida WCAG come riferimento per migliorare UX, SEO e responsabilità sociale.
Sempre più aziende — anche nel B2B — scelgono di superare il livello minimo richiesto e abbracciare un approccio più ampio, come parte della propria strategia ESG o per offrire una Digital Experience inclusiva e universale.
Come adeguarsi: i percorsi possibili
L’accessibilità non è un semplice plugin da installare, ma un processo che coinvolge progettazione, sviluppo, contenuti e governance.
Ecco i percorsi principali:
- Accessibilità by design
Realizzare siti e app già progettati secondo i principi WCAG 2.1.
È l’approccio più efficace: si costruisce l’accessibilità nel DNA del progetto, senza compromessi.
Exetera sta lavorando con AccessiWay per il rilascio di nuovi progetti completamente conformi by design. - Audit e adeguamento
Per i siti già esistenti, è possibile effettuare un’analisi tecnica, individuare le criticità e pianificare un intervento correttivo.
L’audit può essere manuale, automatico o ibrido (ed è quello che consigliamo).
Supportiamo attivamente i nostri clienti in questo percorso, con strumenti professionali e consulenze in partnership con AccessiWay e altri operatori specializzati. - Dichiarazione di accessibilità
Per i soggetti obbligati, è necessario compilare e pubblicare la dichiarazione di accessibilità annuale, da inserire nel sito e trasmettere all’AgID.
Non è un semplice adempimento formale: è un documento pubblico, verificabile, che attesta il livello di conformità raggiunto. - Soluzioni rapide: i widget di accessibilità
Esistono anche strumenti integrabili rapidamente (come widget e overlay) che migliorano l’accessibilità percepita: contrasto, ingrandimento, lettura vocale. Pur non sostituendo una progettazione accessibile, questi strumenti rappresentano una risposta immediata per migliorare l’usabilità — soprattutto nei progetti legacy o nelle fasi iniziali del percorso.
Il nostro ruolo: partner nel percorso, non sostituti dei tecnici o dei legali
In Exetera non siamo certificatori né consulenti legali, ma partner tecnologici ufficiali di AccessiWay e Gold Partner Iubenda, due delle realtà italiane più autorevoli nel campo dell’accessibilità e della compliance digitale.
Il nostro ruolo è accompagnare i clienti:
- nella progettazione di siti accessibili fin dalla fase di design
- nella valutazione e adeguamento di progetti esistenti
- nell’integrazione di strumenti e processi conformi alle normative
- nel dialogo tra team marketing, IT e legali, con un approccio consulenziale, concreto, rispettoso dei ruoli
In conclusione
L’accessibilità non è solo un obbligo, è una visione: rendere il digitale più aperto, più umano, più efficace per tutti.
Che si tratti di ottemperare alla legge, migliorare l’esperienza utente o rispondere a una crescente sensibilità sociale, è il momento giusto per iniziare — o per fare meglio.
Noi siamo pronti a camminare con te in questo percorso.